Marcello Carucci
Viaggi in moto fuori dall’ordinario
Grande appassionato di moto e esperto viaggiatore su due ruote da sempre, Marcello Carucci nella vita è professore di educazione fisica, esperto di arti marziali e personal trainer. Atleticamente sempre in forma, coniuga la passione dei viaggi in moto con una preparazione fisica completa ed una alimentazione sempre ben controllata che lo aiutano a superare prove che stroncherebbero qualsiasi comune mototurista.
Quello che un onesto motociclistica percorre in un paio di anni, lui lo brucia in meno di un mese; quando esce in moto, punta subito le ruote verso l’orizzonte più lontano. Un viaggio impegnativo, per lui diventa una “sgambata” di mezza stagione: la primavera prima che la pandemia di Covid bloccasse le trasferte all’estero, in pochi giorni ha raggiunto i confini est della Turchia, così, per restare in allenamento. Un desiderio di raggiungere le località più lontane, sempre via terra e solo su due ruote, talvolta con la moto meno adatta. L’iconica Dakar, capitale del Senegal, sogno di tutti i motociclisti che sono venuti su con le immagini dei duelli sulle dune della mitica e massacrante gara Parigi-Dakar, l’ha raggiunta nel 2005 con una pesante, sportiva e inadatta allo scopo Suzuki Hayabusa (altro mito dei motociclisti), viaggio estenuante che lo fece conoscere al grande pubblico degli appassionati.
La sua sete di avventura viene da lontano, Marcello ha raggiunto ogni fazzoletto d’Europa, Islanda compresa, già negli anni ottanta e novanta. Nei primi anni duemila ha allargato la sua visione sulle destinazioni ampliandole verso Est e verso Sud, raggiungendo mete asiatiche ed africane, difficili per lo stato spesso precario delle strade, per la distanza ma anche per le situazioni geopolitiche spesso molto “calde”. Quando anche Iran, Georgia, Trasnistria, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Mauritania, giusto per citare qualche paese tra quelli visitati, gli sono sembrati troppo a portata di mano, ha decise di fare il grande balzo che l’ha portato agli onori della cronaca motociclistica, classificandolo di diritto nel manipolo dei veri grandi viaggiatori su due ruote, superando confini che sembravano irraggiungibili. Un primo viaggio per prendere le misure alla volta di UlanBaatar, capitale della Mongolia, nel 2010, per poi proseguire sempre nella grande Asia visitando praticamente tutti gli stati, esclusa Cina e Sud Est di quel continente. Il 2017 lo vide protagonista del viaggio della vita, da Roma fino in Giappone e Corea, 36.000 km in due mesi di avventure tra le steppe della Russia e con la visita finale alla sede della Honda dove fu ricevuto con tutti gli onori.
La sua sete di avventura viene da lontano, Marcello ha raggiunto ogni fazzoletto d’Europa, Islanda compresa, già negli anni ottanta e novanta. Nei primi anni duemila ha allargato la sua visione sulle destinazioni ampliandole verso Est e verso Sud, raggiungendo mete asiatiche ed africane, difficili per lo stato spesso precario delle strade, per la distanza ma anche per le situazioni geopolitiche spesso molto “calde”. Quando anche Iran, Georgia, Trasnistria, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Mauritania, giusto per citare qualche paese tra quelli visitati, gli sono sembrati troppo a portata di mano, ha decise di fare il grande balzo che l’ha portato agli onori della cronaca motociclistica, classificandolo di diritto nel manipolo dei veri grandi viaggiatori su due ruote, superando confini che sembravano irraggiungibili. Un primo viaggio per prendere le misure alla volta di UlanBaatar, capitale della Mongolia, nel 2010, per poi proseguire sempre nella grande Asia visitando praticamente tutti gli stati, esclusa Cina e Sud Est di quel continente. Il 2017 lo vide protagonista del viaggio della vita, da Roma fino in Giappone e Corea, 36.000 km in due mesi di avventure tra le steppe della Russia e con la visita finale alla sede della Honda dove fu ricevuto con tutti gli onori.
L’ultimo grande viaggio è del 2018, quando Marcello andò in Marocco ed Algeria … passando da Capo Nord: non è uno scherzo, ma la realtà di una prova estrema che lo ha visto passare dal freddo del Circolo Polare Artico alle piste infuocate del deserto Nordafricano nel giro di un mese o poco più, un test di resistenza fisica e psicologica davvero alla portata di pochi.
A parte pochissime parentesi, ha viaggiato sempre in solitaria, con coraggio e ferrea determinazione. Non potrebbe essere altrimenti: viaggi che sfiancherebbero chiunque, con tappe anche di 1.500/2.000 chilometri in un giorno, dove le strade lo consentono, con brevi soste per riposarsi su un prato, una panchina di cemento o nel sacco a pelo disteso dietro ad un distributore di benzina dopo aver consumato un pasto frugale preparato sul fornelletto da campo che è sempre con lui. La distanza totale percorsa nei suoi viaggi ha superato la stratosferica cifra di ben 2.000.000 di chilometri, contando ben 60 stati attraversati (tra Europa, Asia, Africa e Medio Oriente), sempre su due ruote.
Definire la passione di Marcello Carucci come un mero macinare chilometri sarebbe però riduttivo. La sua è fame di conoscenza allo stato puro, desiderio smisurato di confrontarsi con il mondo e con le popolazioni, ricordando sempre di caricare sulla moto un po' di gadget da distribuire ai bambini che lo circondano ogni volta che si ferma nelle piste della Mauritania così come nella steppa del Kazakistan. Riesce sempre a stabilire un contatto schietto con la gente del luogo, comunicare per lui è facile; su come faccia in posti così lontani dalla nostra cultura – e masticando pochi rudimenti delle lingue straniere - resta un piccolo mistero, ma la moto, un sorriso e i modi gentili – che Marcello dispensa senza risparmiarsi - aprono tutte le porte in ogni angolo del mondo.
La sua attività sui social è senza soluzione di continuità, Marcello è una piccola star dei motociclisti di Italia ed Europa, ma anche da quelli del Nord Africa che lo hanno eletto a loro beniamino: è facile trovare uno dei suoi adesivi – con i baffoni stilizzati a rappresentarlo - lungo i cartelli che portano a Tamanrasset, nel sud del deserto algerino o lungo le strade per Touzer in Tunisia.